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La processione in una immagine del 1903, un rito in cui si cantavano le lodi con uno spartito e un testo di Santa Vittoria d’Alba. Lo spartito e il testo ritrovati, i protagonisti di questa storia insieme a Domenica.

Lo spartito delle Lodi di Santa Vittoria d'Alba
Domenica

Sento cantare le Lodi

La sua figura esile mi aspetta nella penombra, in fondo alla chiesa ormai vuota del dopo-messa. Tiene al petto la borsetta di vernice, a due mani, nel gesto di chi sa di possedere qualcosa di prezioso. E ‘rè da mustete ‘na cosa! (ho una cosa da mostrarti, NdR ).

Rovista un poco ad estrarre un foglio, più volte piegato, rubato ad un blocco a quadretti ormai fuori moda. Posata la borsetta sul banco me lo passa, con un gesto di incertezza, quasi a volerlo trattenere… Ta cunusti? A ‘rè na lode che cantovu a Santa Vitoria u dì da sua festa! (la conosci? è una lode che cantavamo a Santa Vittoria il giorno della sua festa, NdR). Tenra ti, almenu a va nen parsa (tienila tu, almeno non va persa, NdR).

Se ne va ringraziando, con lo sguardo contento, senza aggiungere altro.

È il testo manoscritto di una vecchia lode, di cui al momento non conosco la melodia, ma che per la sua composizione testuale ornata di invocazioni (Deh ed Oh) può essere collocata nel XIX secolo.

Non è semplice convincere Domenica anche solo ad accennarne la melodia per il riconoscimento, ma l’insistenza dei famigliari ed il tempo fanno breccia. Dopo tanto elemosinare eccoci intorno al tavolo della cucina: lei fa la spola inquieta dal lavandino all’unico posto rimasto libero al tavolo, quasi a voler raccogliere le forze necessarie. Un cellulare seminascosto è pronto da un po’.

Dopo un’aggiustata ai capelli ed una sistemata al grembiule, quasi dovesse entrare in scena, se ne esce con  un liberatorio Sà, bin, fuma se sfors (su, dai, facciamo questo sforzo, NdR) e senza indugiare oltre se ne parte con il primo versetto ed il dubbio di averla intonata un po’ alta. Un rassicurante Vai! la sprona a continuare. Ecco che l’incedere del testo è carente e subito ricorda che forse manca un anelo… lo sguardo anelo, o caicos parai (qualcosa del genere NdR).

Un profondo Moi sentira (mai sentita) del marito decreta che la Lode non rientra nel repertorio conosciuto, mentre dal cortile il cane Poldo conferma.

Riprende ormai senza paura, nel ricordo della gioventù andata, e termina d’un fiato con un melanconico dubbio interpretativo, Moh…? A sarà parai! (mah…? Sarà così! NdR)

Asciugandosi le mani sudate nel grembiule sorride e, voltandosi, riprende la sua umana quotidianità.

La melodia è da collegarsi ad una ben più nota lode a Cristo Re Noi ti lodiamo o Noi ti Adoriamo (come la si cantava qui da noi) che meglio si adatta alla metrica ed alla cadenza  del brano.

Mi è rimasto nelle orecchie fin da bambino, quando il giorno del Corpus Domini lo si cantava durante la processione per le vie del paese, strattonati da Suor Severina (nomen omen) a rimanere nei ranghi.

Già mia maestra delle elementari, della congregazione delle Luigine, appassionata di canto, ha saputo coltivare in me la passione per la musica ed è dunque molto probabile che la lode a Santa Vittoria (che qui trattiamo) sia frutto di un suo personale adattamento.

 

Maurizio Sartore

 

Nota: lo spartito della melodia originale Noi ti lodiamo è tratto da Canticum Novum – Antologia di canti liturgici e religiosi, Ed. Missioni Consolata – Torino

 


La festa di Santa Vittoria non coincide con quella patronale ma è il 23 di dicembre. Fino ad alcuni anni fa si cantava anche la lode, con il seguente testo: 

 

“Lode innalziamo Vittoria a Te,

scudo e patrona di nostra Fede,

lo sguardo a Te volgiam!

Tu che il terribile drago vincesti

augusta Martire su di noi deh!

veglia ognor!

O della Chiesa invitta gloria

Dona a nostr’alme un santo ardor,

un santo ardor….”

 

Si ringraziano Domenica Gavuzzo in Allocco e Maurizio Sartore per la preziosa testimonianza.


 

L’immagine fotografica della protagonista di questa storia, Domenica, è stata realizzata nell’ambito degli eventi di valorizzazione di Città e Cattedrali (edizione 2018) dal fotografo Paolo Vergnano.

 

La storia di un manoscritto, un canto al Signore scritto da e per Santa Vittoria, che ha accompagnato le comunità in processioni, riti e attimi di spiritualità. Scomparse per alcuni anni ora le Lodi di Santa Vittoria sono state ritrovate. Sono le protagoniste di questa bella storia, un incontro da cui nasce una dolce melodia.
PAROLE CHIAVE
LUOGO DELLA STORIA

DATA E LUOGO DEL RILEVAMENTO

R055, 18 giugno 2008, Santa Vittoria d’Alba

Roero Coast to Coast

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