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Un quadro, un pittore e una comunità

san Sebastiano a Monteu Roero, tela di Giovanni Battista Della Rovere di Torino

La tela di San Sebastiano dipinta da Giovanni Battista Della Rovere di Torino a Monteu Roero. L’ingresso del paese in una cartolina d’epoca di Mario Novarino.

Un quadro, un pittore e una comunità

Un pittore dipinge un giovane martire spogliato delle sue vesti e legato al tronco di un albero, nel momento del supplizio. Il suo sguardo e il suo corpo non manifestano dolore o sofferenza per le frecce che l’hanno trafitto, il viso è rilassato e incorniciato da morbidi ricci. La posa del corpo è sinuosa e ricorda la bellezza di una statua classica, Sebastiano esprime serena accettazione e integrità morale. In basso a destra, su un ramo del tronco a cui il giovane è legato, si legge: 

IO. BAPTA.DE RVERE. TAVRINENSIS. FACIEBAT. 1631.

Giovanni Battista Della Rovere di Torino è il pittore che, negli ultimi anni della sua vita a Monteu Roero, quando la peste flagella le terre piemontesi, dipinge un uomo che, nonostante sia stato colpito dalle frecce, accetta serenamente il suo destino. In quegli anni Giovanni Battista è colpito dalla peste e forse anche lui, mentre dipinge la tela, accetta il suo destino. La tela diventa così protagonista di una storia che lega per sempre un pittore, un quadro e una comunità.

Andò così, e i documenti dell’Archivio parrocchiale lo testimoniano. Nel 1631 Giovanni Battista Della Rovere aveva acquistato una casa a Monteu Roero. Il 29 giugno fece testamento, affetto da morbo contagioso e sottoposto a quarantena ordinò che il suo corpo, fatto cadavere, venisse seppellito nel cimitero della chiesa parrocchiale, a cui aveva lasciato 200 fiorini; al curato lasciò la sua casa che divenne la casa canonica. In quegli anni la cappella è restaurata con le elemosine della popolazione, come voto per invocare la protezione dalla peste

Una curiosità sul pittore. Giovanni Battista Della Rovere di Torino non è l’omonimo pittore milanese detto il “Il Fiammenghino” (proveniente da una famiglia di Anversa, città che fu fiamminga). In passato il San Sebastiano di Monteu Roero fu attribuito al milanese Giovan Battista Della Rovere. Oggi si sa che i pittori furono due, omonimi e vissuti nello stesso periodo, si sa anche che non vi sono legame di parentela tra loro e che il San Sebastiano di Monteu è senza dubbio di Giovanni Battista Della Rovere di Torino.

Conosciamo anche la famiglia d’origine del pittore piemontese: Gerolamo, il padre, nel 1606 fu nominato e riconfermato nel 1616 e ancora nel 1640 pittore ducale delle immagini della Sindone. Quel privilegio fu esteso anche ai suoi figli, quindi anche a Giovanni Battista che collaborò col padre nella realizzazione di dipinti raffiguranti la Sacra Sindone.

Non mancano però dipinti che testimoniano l’attività di Giovanni Battista come pittore indipendente dalla bottega del padre.

Il 30 novembre 1630 la comunità di Carmagnola contattò Giovanni Battista, che si era rifugiato a Montà d’Alba per sfuggire alla peste, commissionandogli una prima la Crocefissione per la Cappella di Santa Croce e poi due tele a ricordo di due voti all’Immacolata Concezione pronunciati nel 1522 e nel 1630.

Alla peste Giovanni Battista non sfuggì, ma una volta colpito dal male seppe accettarlo, e ne lasciò testimonianza nell’espressione del suo San Sebastiano che cristianamente accetta il martirio.


Il quadro fu restaurato una prima volta nel 2013 grazie al contributo dell’Associazione Bel Monteu e della ditta Boetti.

Si ringrazia la testimone del Roero Martina Marucco.

La storia lega il fine vita di un pittore, Giovanni Battista Della Rovere di Torino, la sorte di un giovane martire, san Sebastiano, e le vicende della comunità di Monteu Roero che, colpite dall’epidemia, custodirono la memoria di quel pittore conservandone questa bella tela.
PAROLE CHIAVE
LUOGO DELLA STORIA

DATA E LUOGO DEL RILEVAMENTO

R069, ottobre 2021

Roero Coast to Coast

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