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La benedizione degli animali

Pilone di San Giuseppe, nei pressi del giro della Croce. Una delle tappe delle antiche rogazioni.

Foto del Pilone di San Giuseppe, nei pressi del giro della Croce. Una delle tappe delle antiche rogazioni, riti durante i quali si benedivano gli animali.

La benedizione degli animali

Una volta mentre viaggiavo con i miei figli la macchina si fermò lungo la strada sterrata abbastanza lontano da Monteu Roero. Il cellulare non aveva segnale. Scesi e lasciai le note dei Guns’n’Roses a tenere i ragazzini addormentati sul sedile posteriore. Notai subito che qualche nuvola appesantiva il cielo. La cosa più vicina che vidi fu un container. Accanto c’era la motrice di un camion rosso, bianco e blu, in sosta nel campo di nocciole. Andai in quella direzione senza perdere di vista l’auto.

 

Avevo visto che le scarpe si erano ricoperte di polvere chiara quando mi accorsi che due mucche mi stavano osservando. Erano alte, con il pelo marrone molto lucido e pulito e sembravano piuttosto mansuete. Una di loro mi rivolse la parola. Mi disse che venivano da Cascina Aloi, che avevano altre tre compagne in stalla, che lavoravano per una famiglia con otto figli e che oggi era festa: il 25 aprile 1952, il giorno sacro per tutti gli esseri delle campagne. Mi fece una domanda ma non riuscii a sentirla perché, non essendo pronta a quella conversazione, mi spaventai molto e feci retromarcia verso l’auto dove provai più volte a rimetterla in moto. L’unico risultato che ottenni fu svegliare i ragazzi.

 

Ripensai allo strano incontro con le mucche e mi sembrò uno stupido scherzo della mia mente stanca che aveva confuso le date, era davvero il 25 aprile ma l’anno era il 2022: la Festa della Liberazione che, nella mia fantasia, era diventata la festa delle campagne. Avevo dato parola agli animali, come mi capitava quando da bambina partecipavo con mia nonna alle Rogazioni, le processioni e benedizioni delle campagne. Un ricordo insomma… niente di cui spaventarsi!

 

Scendemmo tutti e tre dall’auto e andammo verso il container. Proseguimmo avanti, camminando tra i noccioli, lungo il bordo delle vigne e infine su di un piccolo sentiero in salita che qui e là aveva zolle di terra morbida e impronte di animali. Arrivammo ad un pilone in rovina, con una figura rossa dipinta al centro e un tetto inclinato da una parte sola. Ci sedemmo su una cornice e notai che ormai le scarpe avevano del tutto cambiato colore. I ragazzi sembravano divertiti da quella strana avventura fuoriprogramma, avevano preso due rami e giocavano a chi riusciva a lanciare più lontano. Fu proprio uno di quei lanci a far tornare le due mucche. Si avvicinarono lentamente, illuminate dal sole e ci parlarono. Dissero che stavano andando a ricevere la consueta benedizione e ci consigliarono di scendere con loro fino al fondo della Foèja (sorgente dell’Orfea) dove c’era una croce. Lì l’arciprete avrebbe dato la benedizione a tutti gli animali e poi, una volta tornato in chiesa, avrebbe benedetto anche le uova dei bachi da seta.

Gioele era un po’ spaventato ma Giuseppe riuscì subito a convincerlo con i suoi giochi e andammo dietro a quelle due bestie così belle cantando e pregando, con insolita dedizione, fino a sera.

 

La benedizione degli animali, che bella giornata!

 


 

Si ringraziano i testimoni Giuliana Dellavalle in Amajolo e Antonina Galvagno per le informazioni sulle tradizioni del Roero, sulla benedizione degli animali, le rogazioni e il senso di devozione tipico del luogo.

La storia è frutto di fantasia.

Quando la giornata lo permette, quando il cielo, la terra e un ircordo si allineano come tre pianeti possono portarti ovunque: nel passato, in una festa, durante una benedizione, facendoti toccare con mano il senso di devozione del Roero.
PAROLE CHIAVE
LUOGO DELLA STORIA

DATA E LUOGO DEL RILEVAMENTO

R092, 16 marzo 2022

Roero Coast to Coast

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