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Portaci un ricordo di San Bernardino

Antonina Galvagno
La Chiesa di San Bernardino in una cartolina d’epoca di Monteu Roero
le immagini storiche di un rito funebre nel Novecento a Monteu Roero
le immagini storiche di un rito funebre nel Novecento a Monteu Roero

La Chiesa di San Bernardino in una cartolina d’epoca di Monteu Roero e le immagini storiche di un rito funebre.

I volti dei quattro testimoni del Roero di questa storia.

Nicolino Roero
Maria Sandri
Giancarlo Priolo

Portaci un ricordo di San Bernardino

Lino, classe 1925. Si accomoda sulla poltrona dei ricordi e – come una macchina del tempo – fa un balzo indietro nella sua infanzia e rievoca la musica della chiesa.

Il giorno di San Bernardino Don Giulio celebra la messa e io, bambino, vado a servire al mattino, alle 10 o alle 11, insieme ad un altro ragazzo come me. Alla sera canto il vespro. Faccio parte della cantoria che anima la messa con canti in latino. La cantoria funziona bene a Monteu. Ho imparato a cantare dal parroco e dal maestro Carlin di Santo Stefano. I cantori si esibiscono lassù, dall’alto, sulla Tribuna. Le loro voci raggiungono il cuore di ogni presente e riempiono la spaziosa navata con la musica. Partecipo intensamente.

 

Antonina, classe 1928. Una memoria infallibile, particolari vivi e alcuni oggetti speciali fanno comprendere, nel racconto di Antonina, la devozione di uomini e donne del Roero.

Richiamo alla memoria due momenti. Il primo è fatto di suoni di campane. Il secondo è dipinto di un colore, il nero del velo.

In occasione del trapasso dei morti si suonavano due campane, quella grande della parrocchia e quella di San Bernardino. Erano entrambe mosse dal sacrestano Domenico (Mini) con la moglie Ghitin.

Il secondo ricordo riguarda il velo delle donne. Non andavano mai in chiesa con il capo scoperto, né alla messa né al vespro. Portavano un velo in pizzo detto quefa, un tessuto di seta finissimo e rado. Le donne in lutto invece portavano un velo senza pizzo.

 

Maria, leva 1938. Una moltitudine di figure emerge dai suoi ricordi, sono i membri delle confraternite che, con i loro riti animano la vita di paese.

Da bambina ho partecipato alle messe che si svolgevano in questa chiesa. Ricordo un particolare rito relativo alla sepoltura dei defunti. Chi aveva vissuto nella parte bassa del paese nel giorno del suo funerale faceva sosta qui, prima di andare nella chiesa parrocchiale. Ricorda anche le processioni, a cui prendevano parte sempre le mamme e le nonne della Compagnia delle Umiliate, le giovani vestite di bianco della Compagnia delle figlie di Maria e gli uomini, i Battuti, i confratelli della Confraternita di San Bernardino, vestiti anch’essi con il saio bianco.

 

Giancarlo, classe 1949. Un ragazzo della seconda metà del Novecento ricorda il ruolo di chierichetto e le Benedizioni.

A 8 anni fece il chierichetto. La sveglia era molto presto perché la funzione iniziava alle 5,30 del mattino. Si ricorda anche di una processione che partiva dalla Confraternita di San Bernardino e andava verso il Pilone di San Giuseppe. Lì si fermava e il parroco impartiva una Benedizione ai fedeli.

 


Si ringraziano i testimoni: Nicolino Roero, Antonina Galvagno, Maria Sandri, Giancarlo Priolo.

 

La Chiesa di San Berbardino è visitabile con l’app gratuita Chiese a porte aperte.

Si può scaricare qui: https://www.cittaecattedrali.it/

All’interno una narrazione automatizzata e un video raccontano la vita di questa grande chiesa e tracciano il quadro di come le confraternite si presero cura della vita delle comunità del Roero nei secoli.

 

Una poltrona itinerante nelle terre del Roero è la scenografia che accoglie le comunità invitate a portare un ricordo. Siamo a Monteu Roero, nella Chiesa di San Bernardino. Quattro testimoni autentici, due uomini e due donne, risvegliano con le loro parole le immagini vive di pratiche devozionali, riti e usanze del Novecento.
PAROLE CHIAVE
LUOGO DELLA STORIA

DATA E LUOGO DEL RILEVAMENTO

R057, agosto 2021, Monteu Roero

Roero Coast to Coast

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