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Frammenti conservati presso il Museo dei soffitti in gesso nel castello di Magliano Alfieri
Appunti del gruppo maglianese
Corrispondenza del gruppo maglianese

Immagini del Museo dei soffitti in gesso nel castello di Magliano Alfieri. Una lettera tra il gruppo maglianese e la maestra d’arte Enrica Fiandra. Appunti delle ricerche condotte dal gruppo maglianese nel territorio per riscoprire il patrimonio dei soffitti in gesso attualmente conservato nel Museo.

Parola di Museo

Buongiorno. Sono il Museo dei soffitti in gesso del castello di Magliano Alfieri. Sono nato per caso. In un pomeriggio di sole nell’agosto del 1971 cinque amici scherzano e bevono vino rosso dal collo della bottiglia. Uno di loro alza gli occhi e nota un frammento di pietra bianca su cui riconosce il disegno in rilievo di un puttino che tiene in alto un nastro per saltare la corda. Ecco il caso: che cosa ci faceva, nascosta tra i mattoni di un vecchio portico assolato, quella figurina? I cinque amici ci scherzarono su un po’ e immaginano l’esistenza di un mondo fantasioso nascosto tra le loro case.

Il 26 agosto, qualche settimana dopo quel fatto, sul quotidiano più letto del Piemonte, La Stampa, compare un articolo intitolato Arte rustica del Piemonte, scritto dal critico d’arte Marziano Bernardi di Torino. Riporta la notizia di una sorprendente scoperta compiuta da Enrica Fiandra che ha trovato una forma di arte locale fino a quel momento ignorata: i soffitti in gesso del basso Monferrato.

I cinque amici collegano la notizia sul giornale con la figurina che li aveva sorpresi, per caso, nel portico. Il Monferrato confina con il Roero. Iniziano così ad esplorare Magliano Alfieri e i paesi vicini in cerca di quel mondo fantasioso che avevano immaginato e di altri frammenti decorati di soffitti in gesso. Uno di loro si arma di macchina fotografica e di cavalletto, un altro di notes e penna biro. Trovano molti tesori nascosti: soffitti intatti e frammenti sotto i portici, nei fienili, tra le macerie delle case demolite e sventrate e nelle discariche abusive.

Nell’estate del 1972 il gruppo maglianese entra in contatto con Enrica Fiandra.

 

Nel 1974 organizzano insieme la prima mostra. Per me quell’esibizione è l’antenato da cui ho origine. Sulla moquette colorata i frammenti di gesso fanno bella mostra di sé e destano l’attenzione di chi aveva tentato di seppellirli nella spazzatura, chi – forse senza nemmeno saperlo – rischiava di cancellare la storia del Roero che io custodisco. In Italia negli anni ’70 del Novecento la cultura si proietta nel futuro, a volte sacrificando il passato. A Magliano Alfieri la creatività dei giovani trova invece una strada diversa, nelle loro mani prendo forma io, un museo di soffitti in gesso, un luogo unico. La maestra d’arte, Enrica Fiandra, e il gruppo di Magliano Alfieri discutono con vigore, scrivono, correggono le bozze, diventano amici, coinvolgono la Confraternita dei Battuti Rossi, lavorano il sabato sera o la domenica pomeriggio con piccoli bisturi per liberare i pannelli destinati all’esposizione dagli strati di calce e dal nero dei fumi invernali. I maestri Rosellini rivelano al gruppo alcuni segreti del restauro. Ridono, cantano e inventano storie sulle figure che piano piano emergono vive e sognanti dalle formelle in gesso.

Sono nato così! Venite a trovarmi nel castello di Magliano Alfieri per conoscere il mio tesoro.

 


Si ringrazia la testimone Silvana Volpe e si rimanda ad un’altra storia intorno allo stesso patrimonio culturale:

Buongiorno soffitto

Un Museo non è solo una collezioni di oggetti del passato. Ne siamo convinti da sempre e ne diamo concreta prova raccontando la storia del Museo dei soffitti in gesso nel castello di Magliano Alfieri come esperienza di scoperta, socialità e arte vissuta dalla gente del Roero.
PAROLE CHIAVE
LUOGO DELLA STORIA

Museo dei soffitti in gesso

DATA E LUOGO DEL RILEVAMENTO

R080, febbraio 2022

Roero Coast to Coast

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