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Funerale Di Massimo Bellocchia nel 1943 a Monteu Roero

Immagini d’epoca di un tipico funerale di Monteu Roero (queste immagini si riferiscono al rito funebre di Matteo Bellocchia del 1943).

In punto di morte

Essendo in punto di morte, trovandomi nelle condizioni di non soffrire troppi dolori, desidero morire contento, al contrario di come sono vissuto. Non fraintendetemi, sappiamo tutti che non esiste morte felice e lo so anche io. Ho quattro figli, tutti maschi. Bravi. Quest’anno Mussolini si è accordato con la Francia per prendere l’Etiopia, l’Europa è tutta percorsa da parole che dividono, come potrei essere contento di lasciare quei ragazzi qui, sulle soglie di una nuova guerra? Ne ho già sofferta una.

Ho pensato a quel momento tante volte.

La nera signora arriva e bussa alla mia porta. Io ritrovo delle forze incredibili, mi sento un leone, mi alzo dal letto e vado ad aprire. Me la trovo davanti magra e austera come una maestra anziana, mi guarda negli occhi, è interessata solo a me, con rispetto mi dice buongiorno Signore.

La Morte non viene da sola. Dietro di lei c’è una seconda donna, molto più corposa, ben vestita, con un mazzolino di fiori di giardino tra le braccia. Mi sorride, poi ruota su un piede, come una ballerina, e con lo sguardo mi mostra la carrozza addobbata con quattro pennacchi neri e oro, uno per ogni angolo. Due cocchieri con il cappello nero a cilindro e la mantellina corta, nera, molto elegante, tengono a bada quattro cavalli coperti di nero e addobbati anch’essi – come la carrozza – con i pennacchi in testa.

Esco di casa scortato dalle due signore, salgo sulla carrozza e attraverso i vetri di cristallo vedo il mio corteo funebre camminare a passo lento verso la chiesa di San Bernardino. Qui il parroco, vestito di nero con ricami d’oro, viene a prendermi, seguito dalle compagnie religiose e della gente. In processione andiamo tutti alla chiesa di San Nicolao. Dopo la messa e i canti i miei quattro figli tengono in mano i cordoni della bara e non li mollano fino al cimitero. Tranne che il più giovane gli altri non si faranno vedere piangere.

Se le due signore – la morte e la tradizione – verranno a trovarmi insieme e la gente di Monteu non mi lascerà solo mi potrò dire contento.


 

Si ringraziano le testimoni Giuliana Dellavalle e Antonina Galvagno per le notizie circa la tradizione del funerale a Monteu Roero nel Novecento. Fatti e persone raccontati in questa storia sono puramente casuali, frutto di fantasia; tuttavia, i riferimenti al rito funebre sono riferibili ad una tradizione trasmessa tra la gente del Roero.

  

La morte bussa alla porta. Un uomo del Novecento va ad aprire e parte per un viaggio che attraverso una precisa tradizione funebre lo porterà dalla terra al cielo del Roero.
PAROLE CHIAVE
LUOGO DELLA STORIA

DATA E LUOGO DEL RILEVAMENTO

R091, 4 marzo 2022

Roero Coast to Coast

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